L'Artiglio dell'Aquila by Helen Kirkman

L'Artiglio dell'Aquila by Helen Kirkman

autore:Helen Kirkman
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-05-08T00:00:00+00:00


10

Elene tentò di formulare una risposta, ma il pensiero del terribile sfregio le occupava la mente e le impediva di pronunciare frasi compiute. Le fu necessario un notevole sforzo per riprendere il controllo della voce.

«In battaglia» azzardò infine. «Vi hanno ferito in battaglia: non può essere andata altrimenti.» Combattendo contro qualcuno come Kraka. «Ho visto con che coraggio vi battete.»

Si ricordò del campo insanguinato e della sua corsa folle per soccorrerlo. Contrasse i muscoli e avvertì una pari tensione in lui, che forse stava rivedendo la medesima scena. Ma Berg era un guerriero ed era abituato alla violenza. Elene rammentò come appariva feroce e invincibile mentre combatteva.

«No, invece, non è così» la corresse. «Non ho compiuto atti eroici e nessun bardo canterà ai banchetti le mie gesta gloriose. Ero prigioniero.»

«Prigioniero?» gli domandò sbalordita.

«Prima, nella cappella, avete affermato che l'Anglia orientale è defunta. Io sono uno dei responsabili della sua fine. È stata una sconfitta terribile, una catastrofe. Il senso di impotenza ha un gusto amaro, velenoso.»

Elene affondò il viso sul ruvido guanciale della foresteria di un convento sconosciuto. Un profondo senso di vuoto e desolazione la sopraffece, anche se accanto a sé sentiva il respiro regolare di Berg.

«La distruzione era totale e i cadaveri giacevano a mucchi. Eppure qualcuno era ancora vivo» continuò a raccontarle.

«Voi.»

«Sì. Credevo che rimanere in vita avesse un senso. Mio cugino, cui dovevo lealtà, respirava ancora, e io speravo di poterlo strappare alla morte e salvare il regno. Ma era pura illusione; avevo vent'anni e troppa fiducia.»

Se resisto, coloro che amo saranno salvi. Posso riuscirci: sono abbastanza forte.

«Invece non potei fare nulla» riprese. «Hanno ucciso mio cugino, ma non me. L'ho visto morire, ma sono sopravvissuto. Non ho avuto la forza di impedire di compiere le azioni che volevano. La prova l'avete appena toccata con le vostre mani.»

«Non immaginavo...» sussurrò Elene nell'oscurità. Mi dispiace tanto, aggiunse tra sé.

«Bastarono un colpo d'ascia e un pezzo di corda per legarmi. Potrei descrivere il dolore della ferita, ma non l'orribile sensazione di impotenza.»

«Certo» mormorò lei, che lo capiva alla perfezione. Il legame che esisteva tra loro era profondo e innegabile. Nel buio sentiva il calore del suo corpo con la stessa intensità con cui ne avvertiva la sofferenza.

Decise di rivelargli la verità come non aveva mai fatto con nessuno.

«Detestavo tutto ciò che faceva Kraka, ogni momento trascorso con lui. Ma non potevo farci nulla.» La frase che non aveva mai pronunciato risuonò nel buio. Accanto a lei avvertiva la forma solida e rassicurante di Berg. Gli toccò di nuovo il viso rovinato e le parole assunsero un significato nuovo. «Non avrei mai voluto prendere un accordo simile» spiegò, «ma avevo uno scopo ben preciso ed ero convinta di poter sopravvivere. Mi illudevo di saper serbare il senso dell'onore dentro il mio cuore, poiché avevo agito a fin di bene. Poi, però, non mi importò più di nulla, se non di rimanere in vita.»

«E in certi momenti non lo desideravate neppure, poiché la morte vi sembrava più facile da sopportare» le sussurrò contro la pelle.



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